Ritrovamenti storici, mescolati a leggende e misteri, portano a credere che ad Acerenza, borgo potentino, si custodica il Sacro Graal e i resti della figlia del Conte Dracula
Siamo in Basilicata, precisamente in provincia di Potenza. Qui, in mezzo ai monti, si trova uno dei borghi più belli d’Italia, Acerenza: un luogo dal sapore antico, affascinante e misterioso, in cui primeggia un’impotente Cattedrale.
Il suo centro storico parla non solo di storia, ma anche di leggende e misteri che qui hanno avuto vita e che ancora colpiscono i visitatori. Stiamo parlando delle famose leggende arturiane, legate alla Cattedrale del paese, che si fondono con i racconti dei Cavalieri Templari, per dar vita a storie affascinanti.
La più ricorrente è quella che afferma che in questo territorio sia custodito il Sacro Graal, il misterioso calice dove sarebbe stato raccolto il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione e che, si dice, sia portatore di prodigi e proprietà soprannaturali.
Sono tanti i luoghi che rivendicano la proprietà del biblico Sacro Graal. Chi afferma che si trovi a Valencia, in Spagna, chi in Iran, in Francia o in Canada. In realtà non è mai stata neanche certificata la reale esistenza di questa simbolica coppa, eppure, in tanti ne rivendicano la proprietà.
Storia e leggenda di Acerenza
Negli anni delle Crociate, in pieno Medioevo, Acerenza è stato crocevia di passaggio per i cavalieri diretti in Terra Santa. Pare che Ugo dei Pagani, fondatore dell’ordine dei Templari, sia nato proprio in queste terre nei dintorni di Acerenza.
Effettivamente, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio presenta alcune sculture attribuite proprio a quel periodo e che hanno reso possibile ricostruire il passaggio dei Templari.
All’interno della stessa Cattedrale c’è una misteriosa finestra murata nella cripta: è proprio qui che gli abitanti di Acerenza e molti studiosi storici e religiosi, pensano di custodisca il famoso calice che Gesù utilizzò durante l’Ultima Cena con gli Apostoli, e che poi fu utilizzata da Giuseppe D’Arimatea per raccogliere il suo sangue durante la Passione.
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Le altre leggende di Acerenza
Il borgo lucano, tuttavia, non è conosciuto solo per la leggenda del Sacro Graal. Sono diverse le leggende e i misteri che il borgo porta con sé e che restituisce ai turisti, affascinati dal suo territorio antico.
Si racconta che la cittadina, che sorge intorno all’imponente cattedrale, custodisca i resti della figlia del conte Vlad III di Valacchia, ovvero il famoso Conte Dracula, protagonista di storie spaventose.
La storia nasce dal ritrovamento della scultura di un drago alato, simbolo del nobile succhiasangue della Transilvania, su una delle mura della Cattedrale. A questa, si aggiungono altre sculture presenti di creature mostruose che mordono il collo alle proprie vittime.
Infine, alcuni studiosi sono convinti di poter scorgere, nella cripta, il demone Lilith, la cui leggenda dice che comparisse solo di notte per nutrirsi del sangue delle persone che incontrava lungo il suo cammino.
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