In provincia di Matera c’è il Castello di Grottole, oggi chiuso al pubblico, dove pare si aggiri ancora il fantasma addolorato di Abufina, una giovane donna morta per amore
A Grottole, in provincia di Matera, si trova l’omonimo castello, casa del fantasma della bella Abufina. La leggenda vuole che la giovane donna si faccia vedere affacciata alla finestra del torrione del castello nei mesi di primavera.
Alcuni sostengono, infatti, che nelle notti di luna da aprile a giugno, guardando la finestra spalancata del torrione rivolta verso il paese, è facilmente riconoscibile la figura della bionda e sfortunata Abufina.
La leggenda del fantasma di Abufina
Abufina era una dama di residenza al Castello di Grottole dai capelli dorati e dalla pelle candida, innamorata di Selepino, un soldato che combatteva in una terra lontana.
Un giorno, mentre Abufina era intenta a ricamare accanto alla finestra del torrione, vede arrivare un messaggero a cavallo che le consegna una lettera in cui Selepino la prega di raggiungerlo, per poi ritornare insieme al castello.
La donna parte subito su un cavallo bianco ma, sulle sponde del fiume Basento, il quadrupede perde l’equilibrio a causa delle pietre scivolose e Abufina cade, restando travolta dalle acque.
Il signore del castello, allora, per onorare la memoria di Abufina decide di porre una lapide con la scritta: “Ad Abufina la bella, che corse, cui fu dolce morire d’amore; questa torre che fu tua dimora, parli sempre alle genti di te. Ogni amante ti porga un saluto, e si stringa al suo cuore l’amata…”.
Si dice anche che il Basento, pentitosi di aver imbizzarrito il cavallo, di tanto in tanto ancora mormori il nome di Albumina.
Il Castello di Grottole
A oggi non esistono notizie certe sulla costruzione del Castello che si erge a Grottole. Alcune fonti lo attribuiscono al 604 d. C., a opera dei Longobardi di Benevento. Altre, invece, affermano che fu costruito dal duca Sichinulfo nel 851.
Oggi il maniero si trova a poca distanza dal centro abitato di Grottole, in Contrada della Motta. La struttura originaria era costituita da 2 piani con 13 vani in quello superiore e 6 vani a piano terra, più una stalla e una cantina.
Al momento il Castello non è visitabile all’interno, ma sappiamo che conserva ancora un camino di grande prestigio, sovrastato da una grande conchiglia in stucco con uno stemma, probabilmente appartenente ai Sanseverino di Bisignano.
Nelle stanze adiacenti alla torre si trovano degli affreschi, purtroppo poco visibili perché negli anni sono stati ricoperti da strati di intonaco. Ancora a piano terra, sotto un grande arco sorretto da una colonna c’era un forno a legna, di cui oggi rimangono pochi resti.
Alcune fonti storiche affermano che intorno alla metà del XVIII secolo, il signore di Grottole, nonché principe di Chiaromonte, Pietrantonio Sanseverino, fece adattare una delle grandi sale presenti al primo piano come un teatro, che ospitò le più famose compagnie di artisti girovaghe della zona.
Poco lontano dal Castello di Grottole vi erano in passato anche le carceri, utilizzate poi come abitazioni.