Da molti chiamato semplicemente Castello normanno, il Castello di Stilo si trova nell’omonimo borgo calabro. Un borgo annoverato tra i più belli d’Italia, parte della città metropolitana di Reggio Calabria e sito ai piedi del Monte Consolino. Oltre ad essere un’incredibile testimonianza dell’epoca normanna, il Castello di Stilo è anche luogo di leggende. Quali? Scopriamolo insieme.
La storia del Castello di Stilo
Il Castello normanno è datato 1093 (o, almeno, è a quell’anno che risale la prima attestazione). A costruirlo furono i normanni che, nel 1072, conquistarono il borgo per via della sua posizione di dominio sulla Vallata dello Stilaro. Il re dell’epoca, Ruggero il Normanno, voleva controllare la sua città e i territori circostanti. E, la posizione del castello, ben si prestava a tale scopo. Inizialmente a pianta quadrata, aveva torri triangolari e circolari: dalle loro feritoie si potevano lanciare sassi e olio bollente sui nemici. All’interno del castello vi era invece una piccola chiesa con quattro altari, di cui son sopravvissuti solamente i muri portanti. Tegole e tubi di coccio formavano delle tubature rudimentali deputate al raccolto e al trasporto dell’acqua piovana che, presa dal tetto, andava a finire in una grande cisterna. Era davvero inespugnabile, il Castello di Stilo. Aveva mure di cinta, ed era circondato da difese e posti di guardia. Le fortificazioni furono distrutte nel XVIII secolo dai Francesi: oggi ne restano solamente alcuni ruderi. Ma poco basta a raccontare il suo fascino.
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La leggenda del Castello normanno
Attorno al Castello di Stilo vi è un’originale leggenda. Si racconta che, durante una delle invasioni saracene, la popolazione del borgo si rifugiò sul monte su suggerimento del suo protettore San Giorgio. Era l’anno 982 e l’assedio, per mano del califfo arabo Ibrahim Ibn Ahmad, non finiva mai: iniziarono a mancare i viveri e l’acqua, e il popolo spaventato non sapeva come fare. Tanto che, per via dell’impossibilità di espugnare il castello (la via d’accesso era una sola, e poteva essere percorsa da una persona alla volta), gli arabi pensarono di aspettare che si arrendesse per fame. San Giorgio chiese alle donne che allattavano di raccogliere il latte in un recipiente: fu così prodotta una grande forma di ricotta, poi posta nella bocca di un cannone. Quando questo sparò, e la ricotta cadde nel campo in cui stavano i saraceni, questi pensarono che mai avrebbero potuto conquistare Stilo contando sulla fame della sua popolazione: se il cibo che avevano era talmente tanto da regalarlo ai nemici, i cittadini non si sarebbero mai arresi. Oggi si può visitare il Castello di Stilo grazie ai lavori realizzati lungo la sua via d’accesso.
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