Le case delle fate in Sardegna hanno una storia millenaria e sono sparse su tutto il territorio dell’isola. Scopriamo cosa sono e da dove deriva il loro nome
Disseminate lungo tutto il territorio della Sardegna ci sono le “Domus de Janas”, le case delle fate: oltre 3500 tombe preistoriche scavate nella roccia risalenti al periodo che va dal neolitico fino all’età del bronzo, caratterizzando le culture prenuragiche.
È possibile scovarle mimetizzate nelle campagne sarde, sia in gruppi che isolate, queste costruzioni sotterranee scavate nella roccia dall’aspetto affascinante e misterioso.
Questo tipo di tombe funerarie sono presenti in diversi siti del Mediterraneo, ma in Sardegna la grande concentrazione e l’accurata lavorazione ne hanno fatto un forte elemento di interesse a livello turistico.
Ma cosa sono le “domus de Janas” e perché vengono chiamate così?
Cosa sono le “case delle fate”
Le “domus de Janas” sono tombe preistoriche scavate nella roccia, dei veri e propri cimiteri sotterranei, espressione del culto funerario di popolazioni vissute 5000 anni fa e che hanno avuto usi diversi nelle epoche successive.
Si tratta di camere realizzate a suon di piccone, unico strumento conosciuto in quell’epoca, ricavate dalla dura roccia allo scopo di restituire i defunti alla dea Madre.
Le domus presenti in Sardegna non sono tutte uguali. Alcune sono davvero piccole, altre più grandi. Molte venivano realizzate imitando l’abitazione in cui il defunto abitava da vivo, altri hanno all’interno focolai, colonne e false porte.
Altre ancora presentano decorazioni incise sui muri, come teste e corna di toro e spirali. In alcune domus è possibile anche trovare dei corridoi che le collegano e une alle altre, forse appartenenti a famiglie intere.
La maggior parte di questi agglomerati di domus oggi possono essere visitate nella zona nord-occidentale della Sardegna. Tra i più grandi e importanti troviamo la Necropoli di Sant’Andrea a Bonorva, un agglomerato di 18 stanze, la Necropoli di Monte Siseri a Putifigari, con decorazioni spettacolari, e la Domus de janas di Sedini, conosciuta come la cattedrale delle domus de janas.
“Bonorva. Domus de Janas de Sant’Andrea Priu” by Pilar Torres is licensed under CC BY-NC-SA 2.0
La leggenda delle fate sarde
Le tombe vengono chiamate “case delle fate” grazie ad antiche leggende popolari che raccontano delle Janas, piccole fate dal viso angelico e il corpo che risplende di una luce intensa.
Le Janas abitavano le misteriose domus e trascorrevano il tempo tessendo fili d’oro chiuse in casa perché non sopportavano la luce del sole, mentre di notte, al chiarore di luna, uscivano fuori a vegliare sul sonno dei bambini.
Le fate sarde venivano definite anche streghe perché, nonostante fossero buone di natura e molto belle, potevano diventare molto cattive con chi cercasse di ingannarle.
“Bonorva. Domus de Janas de Sant’Andrea Priu” by Pilar Torres is licensed under CC BY-NC-SA 2.0