La Gallura è una bellissima zona turistica sul mare della Sardegna, un paradiso terrestre e marino del nord dell’amata regione italiana. La cosiddetta “Caddura” (in sardo) è caratterizzata da un territorio davvero interessante e vasto, ideale per i turisti amanti della natura, delle tradizioni locali, del buon cibo, del mare ed infine dell’archeologia. In un paio di giorni è possibile visitare questo luogo, organizzando la prima giornata alla ricerca dei preziosi nuraghi, nello specifico il sito nuragico di Lu Brandali, con una sosta in un tranquillo agriturismo e il secondo giorno proseguire la visita alla ricerca di “dolmen” archeologici, con un finale bagno in spiaggia.
Insomma, durante due giornate estive, una splendida gita in Gallura è quello che ci vuole, per distaccarsi da una possibile quotidianità caotica, verso un luogo magico e colmo di storia e tradizioni.
Primo giorno: visita al complesso nuragico di Lu Brandali
La prima tappa dell’itinerario sardo nella Gallura si trova presso Santa Teresa Gallura, in provincia di Sassari. Il luogo archeologico di Lu Brandali è un vero polo di archeologia con al suo interno diverse tipologie di reperti come una serie di nuraghi, un piccolo caseggiato in pietra, una particolare sepoltura denominata la “tomba dei giganti” e una gran numero di tombe ”tafone”, ossia con delle tipiche incavature rocciose che si sviluppano dopo una erosione della pietra arenaria.
Il complesso è molto suggestivo, con i caratteristici corridoi composti da “tholos”, ossia particolari tombe del tempo che fu. Appena si varca l’ingresso (nella parte nord-ovest) è possibile ammirare le strutture antiche ormai non più intatte. Le parti archeologiche sono distribuite su tutta l’area, permettendo ai turisti di visitare il sito in totale tranquillità e autonomia. Nella parte centrale della zona dei nuraghi si trova poi il celebre villaggio, con una trentina di casupole di forma tondeggiante. Probabilmente la data di fondazione del luogo potrebbe essere tra il XIV e il X secolo a.C.
Davvero interessante è, però, la denominata “tomba dei giganti”, un complesso funerario creato da massi giganteschi, che danno il significativo nome al sito sacro.
Successivamente alla visita, è possibile proseguire il proprio viaggio alla ricerca di un buon agriturismo sardo, magari spostandosi sulla zona tranquilla di Aggius.
“Santa Teresa Gallura, Sardinia” by paula soler-moya is licensed under CC BY-NC-ND 2.0
Secondo giorno: verso il Dolmen di Luras
Dopo una buona dormita e un’ottima colazione tradizionale, è possibile dirigersi verso il sito di Dolmen di Luras, nella parte orientale della Gallura. Sono quattro i caratteristici dolmen più celebri di roccia granitica, che vanno a comporre una zona funeraria, fondata probabilmente durante l’Era Neolitica. Dopo aver lasciato i propri mezzi nel parcheggio del luogo, è possibile procedere a piedi e proseguire liberamente la visita, dirigendosi prima verso i dolmen di Ladas e Ciuledda. Questi reperti sono i più famosi: il primo è considerato il più grande resto archeologico del sito archeologico, mentre nei paraggi si trova l’altro sito funerario Ciuledda, più piccolo ma uguale nella composizione. Gli altri due sono i dolmen di Alzoledda e Bilella, poiché il primo è considerato molto più elementare dal punto di vista strutturale (situato vicino al campo sportivo), mentre l’altro è più caratteristico perché ha un orientamento diverso dagli altri. Esso non è orientato verso una stella specifica nel cielo, ma è diretto verso l’Occidente. Per raggiungere l’ultimo dolmen, occorre andare nella frazione di Abbafritta.
Per concludere la giornata, si potrebbe pensare di fare una brevissima sosta alla spiaggia di Porto Quadro. Dopotutto, il mare della Sardegna è uno dei più belli d’Italia, quindi, perché non approfittare verso il tardo pomeriggio di fare un bagno nella zona, prima di tornare a casa?
“File:Luras – Dolmen di Billella (04).JPG” by Gianni Careddu is licensed under CC BY-SA 3.0