Eclettico, misterioso, maestoso: il Castello di Sammezzano è tra i monumenti più originali ed incredibili della Toscana.
Sito a Reggello, in provincia di Firenze, è immerso in un grande parco. Il suo stile, di stampo orientale, è frutto della ristrutturazione che nell’Ottocento si fece di una grande fattoria seicentesca, voluta dalla famiglia Ximenes d’Aragona.
Fu girato qui il videoclip di “Vattene amore” di Mietta e Amedeo Minghi. Mentre film come “Il fiore di Mille e una notte” di Pier Paolo Pasolini e “Sono un fenomeno paranormale” di Alberto Sordi lo vollero come set.
Mai, il Castello di Sammezzano, è anche casa di misteri, di segreti e di leggende. Quali? Scopriamolo insieme.
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Le maledizioni del Castello di Sammezzano
È un’opera sicuramente originale, il Castello di Sammezzano. Almeno quanto il suo proprietario. Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona lo commissionò così, con questa architettura tanto particolare, per regalare ai suoi ospiti un viaggio in Oriente. Quando morì, per via di una misteriosa paralisi progressiva, le sue spoglie vennero provvisoriamente poste in un sacrario a lato del castello, vegliato da due leoni piangenti.
Quando il Castello venne chiuso, nel 2005, molte delle sue sculture furono trafugate. Compreso uno dei due leoni piangenti. Si dice che, il ladro che lo rubò, fu vittima della stessa malattia del marchese. E che così sarà per chiunque osi toccare quei leoni tristi.
Ma non è questa l’unica maledizione del Castello di Sammezzano. Si racconta infatti che, chiunque provi ad arricchirsi con questo edificio, cadrà in rovina. E in effetti così è stato. Basti pensare al fallimento della Sammezzano Castle, che qui volle costruire un secondo edificio da adibire a centro congressi e ad hotel e finì per chiudere. È forse per la paura di fallire che, dal 2018 in poi, tutte le sue aste sono andate deserte.
“Castello di Sammezzano” by lorZ is licensed under CC BY-NC 2.0
Castello di Sammezzano, tesori e leggende
Pare che, all’interno del Castello di Sammezzano, si avvertano inquietanti presenze. Chi vi ha lavorato e chi vi ha soggiornato parla di un fantasma del marchese che, specie in caso di brutto tempo, farebbe sbattere le porte e provocherebbe strani rumori. Non essendosi però mai mostrato, e non essendo mai stato aggressivo, un portiere notturno lo soprannominò affettuosamente “Tiberio”.
Pare poi che, all’interno dell’edificio, sia nascosto un tesoro. Un tesoro che nessuno ha mai trovato, la cui presenza sarebbe suggerita dalle parole “Nodum” e “Solve” (“Sciogli” e “nodo”) sulle due entrate opposte della Galleria dei Vasi. Due termini che, secondo i più, sono un invito a sciogliere un enigma.
Misteri a parte, il Castello di Sammezzano è un edificio splendido. Ed è un peccato che sia ora chiuso al pubblico.
“Castello di Sammezzano” by Lavinia Cioli is licensed under CC BY-NC-SA 2.0